Il Rapporto OsMed 2020 di AIFA: tutti i numeri del farmaco

Nella presentazione del Rapporto OsMed 2020 di AIFA la panoramica sui numeri prodotti nel nostro Paese dal farmaco, bene etico il cui ruolo sociale è stato valorizzato dalla situazione drammatica della pandemia

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Rapporto OsMed

Il rafforzamento del valore del Green Pass e la modifica dei riferimenti per l’adozione delle misure restrittive, con l’abbandono dell’Rt, aprono la presentazione del Rapporto OsMed 2020, nelle parole del Ministro Roberto Speranza, che prosegue con un’appassionata difesa del sistema di valori del servizio sanitario.

Gli interventi in Sanità siano all’altezza delle necessità e delle aspettative

“Sono stati i mesi più difficili per il nostro servizio sanitario”, ricorda il Ministro, sottolineando il carico emotivo che l’emergenza sanitaria ha comportato. “Tutte le risorse investite in salute pubblica sono lo strumento più importante per aumentare la qualità di vita dei cittadini. Grazie al PNRR sono stati messi a disposizione della Sanità 20 miliardi di euro: la sfida è ora quella di usare bene queste risorse e costruire un’offerta di assistenza che sia all’altezza delle aspettative dei cittadini”.

Speranza loda il sistema valoriale del servizio nazionale e la sua universalità, l’accesso esteso all’assistenza indipendente dal reddito e dalle condizioni sociali.

E avverte: “Non è sufficiente disporre di risorse ingenti: dobbiamo capire come investirle. La sfida posta dalla digitalizzazione vede coinvolto fino in fondo il nostro Paese. Penso che AIFA debba partecipare a questa sfida facendone una mission: ci aspettiamo un impegno nell’autoriforma, capacità di capire e orientare le nuove politiche del farmaco e la programmazione della spesa sanitaria, il superamento del modello a silos chiusi e tetti di spesa, che nega la priorità del diritto alla salute”.

Il peso delle agenzie regolatorie

Questa stagione così difficile ha messo in luce il reale peso delle agenzie regolatorie come mai prima d’ora. È dentro a questa drammatica esperienza che sono diventate un soggetto pubblico conosciuto a tutti i cittadini.

“Questo è il momento di alzare l’asticella, di essere tutti ambiziosi”, riprende il Ministro Speranza. “Un Paese oggi è in condizioni di ripartire se possiede un sistema sanitario all’altezza della complessità della situazione”.

Ed esprime un auspicio per l’Agenzia Italiana del Farmaco: “Vorrei che la sfida di AIFA si collocasse fino in fondo in questo orizzonte”.

Un pensiero a cui si riallaccia l’intervento del Direttore Generale di AIFA, Nicola Magrini, che introduce la presentazione del Rapporto OsMed 2020 con una serie di riflessioni sul mercato farmaceutico, il più regolato al mondo. Nel suo discorso si esplicita l’impegno dell’agenzia nel garantire la trasparenza nell’accesso ai dati clinici, come strumento per migliorare l’accesso ai farmaci.

Rapporto OsMed 2020: i numeri del mercato farmaceutico

Il mercato globale del farmaceutico ha un valore complessivo di 1.250 miliardi, prevalentemente concentrato negli Stati Uniti. Seconda l’Europa, al terzo posto Cina e India, cui si riferisce il 12% del valore (dati IQVIA).

In questo scenario si staglia il regolatorio, con luci e ombre, sia a livello locale che internazionale.

È vero che AIFA ed EMA sono molto più centrate nei rispettivi contesti istituzionali (AIFA lo è nell’ambito del servizio sanitario). Ma non mancano gli aspetti grigi, i nodi da risolvere.

I contratti di approvvigionamento

Il joint procurement dei vaccini è un meccanismo utile, che verrà riproposto, ma che non ha brillato per trasparenza (i contratti sono stati in parte secretati). Anche le sue procedure dovranno essere migliorate.

Per quanto riguarda i Market-entry agreement (Pay-for-Performance), si tratta di accordi molto onerosi, alcuni efficaci e altri da ripensare, su cui anche la Germania di recente espresso molti dubbi.

Ampie differenze nella spesa farmaceutica europea

Il mercato europeo dei farmaci aveva un valore di 190 miliardi nel 2018. Numeri, quelli snocciolati da Guillaume Daudet, Policy Analyst e Health Economist di OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development), che non comprendono i farmaci ospedalieri.

Questi numeri manifestano inoltre ampie differenze di spesa fra i diversi Paesi. Sono dovute a:

  • differenti tipologie di medicinali disponibili;
  • diversi prezzi e consumi;
  • ruolo specifico delle aziende ospedaliere nella dispensazione dei farmaci;
  • diversa penetrazione del mercato da parte dei generici.

La farmaceutica segue un trend di crescita più lento rispetto a quello di altre voci della spesa sanitaria: un effetto dell’introduzione di fattori di contenimento (come la promozione del ricorso a generici e biosimilari). Occorre anche osservare che l’aumento della spesa farmaceutica è stato sostenuto negli ultimi anni dall’introduzione di farmaci innovativi di costo elevato.

Generici e bioequivalenti

Esiste un ampio gap anche per quanto riguarda l’uso dei medicinali bioequivalenti. Nel Regno Unito essi rappresentano il 75% dei farmaci totali, nella classifica che vede agli ultimi 3 posti  Italia, Svizzera e Lussemburgo. Questi dati sono lo specchio dell’efficacia delle policy usate nei singoli Paesi per promuovere l’uso dei generici.

Nel nostro Paese, come sottolineato da Agnese Cangini, il ricorso ai generici è stabile. Mentre i medicinali equivalenti pesano per consumo il 31% del totale e per spesa il 25%, i biosimilari rappresentano il 47,6% della spesa e il 67% dei consumi (entrambi in aumento).

L’Italia è posizionata molto bene per il ricorso ai biosimilari, al secondo posto per spesa in Europa dopo UK e al primo posto per i consumi.

La perdita della copertura brevettuale da parte di farmaci come trastuzumab, bevacizumab e rituximab, con il relativo significativo abbassamento di prezzo, ha certamente contribuito alla riduzione generale della spesa. Anna Maria Marata (Servizio Assistenza Territoriale, Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali Regione Emilia-Romagna) inquadra nel dettaglio questo aspetto, aggiungendo che la genericazione permette di portare a casa cifre impattanti sui bilanci delle singole Regioni.

Il consumo di farmaci: presente e futuro

Il consumo dei farmaci è lo specchio della società: quello di antipertensivi è aumentato del 70% dal 2010 al 2017, mentre nello stesso periodo l’uso degli antidiabetici è raddoppiato.

Per il futuro la tendenza comune sembra essere quella di migliorare la trasparenza del mercato farmaceutico.

Vi sono, poi, altri obiettivi da raggiungere:

  • il monitoraggio dell’accesso ai medicinali nei Paesi della UE;
  • l’aumento della trasparenza nell’allocazione delle risorse dell’industria farmaceutica in R&S;
  • lo sfruttamento della competizione nel mercato dei farmaci coperti da brevetto;
  • il miglioramento della raccolta dei dati sul consumo di farmaci ospedalieri.

Rapporto OsMed 2020: la composizione della spesa

Il Rapporto OsMed 2020 riporta una spesa totale di 30,5 miliardi di euro. Si tratta di una quota importante di risorse, anche se in diminuzione dello 0,9% rispetto al periodo osservato precedentemente.

I numeri sono scanditi, per massimi sistemi e nel dettaglio delle singole categorie, da Francesco Trotta, Dirigente Ufficio Monitoraggio della Spesa Farmaceutica di AIFA.

La spesa totale rimborsata dal SSN è stata del 76,5%.

Ogni cittadino italiano ha assorbito in un anno risorse per 512 € (spesa pro-capite), di cui quasi 400 sono stati coperti dal SSN, e assunto 1 dose e mezza in media ogni giorno. Con una conferma rispetto ai dati precedenti: spesa e consumo aumentano nelle classi di età più anziane.

La spesa pubblica è in riduzione e, complessivamente, sotto controllo. La spesa ospedaliera è raddoppiata rispetto al 2011 ed è cresciuta la spesa a carico del cittadino.

Le differenze nei consumi e nei dati di spesa a livello interregionale esprimono la necessità di interventi di programmazione meglio orientati alla prevenzione e al controllo degli stili di vita soprattutto al centro-sud. Il territorio ha bisogno di un monitoraggio più scrupoloso, anche in termini della promozione dell’appropriatezza d’uso.

Informazioni importanti, quelle sugli scostamenti regionali, come del resto emerge anche dall’intervento di Simona Zito, nel quale viene enfatizzato il ruolo della valutazione della variabilità per l’orientamento delle policy future.

I farmaci più usati

Fra i farmaci le cui voci di spesa sono in aumento più significativo, anticoagulanti (incluse le eparine, che hanno avuto un utilizzo importante per la cura dell’infezione da SARS-CoV-2), immunosoppressori, antidepressivi e ansiolitici.

In riduzione il consumo di farmaci anti-osteoporosi (anche grazie all’efficacia dei provvedimenti regolatori adottati in merito), di farmaci per l’HCV (prevedono un trattamento one-shot che legittima la stabilizzazione della curva dei consumi su un plateau) e di antibiotici (in riduzione di oltre il 20%, anche per effetto del contenimento del contagio di altre infezioni dovuto al lockdown).

I dati mostrano una riduzione della bassa aderenza terapeutica per alcune categorie di farmaci (come antiaggreganti e anticoagulanti).

COVID-19: quali farmaci, quale impatto

Paradigmatico il caso dell’azitromicina, che ha fatto registrare picchi di consumo elevatissimi, perfettamente coincidenti con le ondate della pandemia. Un costo dell’inappropriatezza, a giudicare dai risultati provenienti dagli ultimi studi, che hanno dimostrato come questo antibiotico non si discosti, per efficacia, dal placebo.

In forte aumento il consumo di ossigeno, anestetici generali, ipnotici curari (a testimonianza della pressione sugli ospedali e sulle terapie intensive), di eparine (+6,2%), tocilizumab, remdesivir, desametasone.

Il PNRR e l’evoluzione geografica dei servizi

Accanto ai servizi non innovativi, ma unicamente espansivi, previsti dal PNRR, vi sono due interventi disruptive. Il primo è rappresentato dall’idea che la casa di comunità diventi il pivot della presa in carico delle cronicità. Invece il secondo è l’introduzione della Centrale Operativa Territoriale (COT).

Parallelamente all’individuazione di casa di comunità e COT come i due vettori della presa in carico, è stata presa la decisione di non aumentare i posti nelle RSA. Una scelta che si presta ad alcuni dubbi sulla reale fattibilità dell’intervento complessivo, spiega Francesco Longo (CERGAS Bocconi).

Primo fra tutti quello sul gap in termini di carenza di personale. Se le nuove assunzioni non sembrano poter fare fronte al bisogno, si dovrà procedere con la riduzione del numero delle visite per paziente e alla diminuzione drastica del numero dei pazienti presi in carico.

Ne deriva che l’adozione di questo nuovo modello assistenziale mette al centro il tema delle priorità.

Big data: chi fa cosa

Grazie all’estensione della digitalizzazione saranno disponibili molte più informazioni dei cittadini, che potranno rivelarsi strategiche ai fini del miglioramento della compliance agli schemi di prevenzione e cura.

Nel nuovo modello, l’aspetto della personalizzazione interesserà anche questo specifico ambito.

Se i big data verranno raccolti prevalentemente a livello locale, la loro analisi richiederà strumenti concettuali e analitici più adeguati a livello centrale. Chi, in definitiva, li analizzerà? Una questione ancora aperta. Così come sono aperti gli interrogativi sul ruolo di AIFA nel cambio di paradigma.

Aumento della sopravvivenza e qualità di vita: il ruolo sociale dei farmaci innovativi

La spesa farmaceutica relativamente bassa è il risultato di un chiaro problema di risorse.

“Ma abbiamo osservato tutti”, enfatizza Carlo Riccini portando la posizione di Farmindustria “il contributo in termini di aumento della sopravvivenza e della qualità di vita che i farmaci innovativi hanno saputo garantire alla popolazione: in 5 anni circa 500.000 pazienti in più sono sopravvissuti grazie a essi”.

Un concetto che si sposa male con il gap della spesa pro-capite italiana, pari a 290 euro e inferiore del 25% rispetto agli altri Paesi UE.

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