Efficienza energetica nel pharma al tempo della crisi dei prezzi

ENEA offre una panoramica sull'efficienza energetica nel settore e sulla figura dell'Esperto in Gestione dell'Energia, che potrebbe aiutare a mitigare gli effetti del rincaro dei prezzi energetici che stiamo affrontando.

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L’aumento dei prezzi energetici potrebbe assestare un duro colpo all’incremento dell’efficienza energetica nelle aziende. Nel settore farmaceutico spesso i consumi sono elevati e gli interventi di efficientamento sono finora stati frequenti ed efficaci. Ma i margini di miglioramento sono ancora ampi. Come risponderà allora il comparto? La figura dell’Esperto in Gestione dell’Energia avrà un ruolo in questo contesto? ENEA offre una panoramica della situazione nell’ambito di uno degli incontri previsti dal suo piano di sensibilizzazione, tenutosi lo scorso 26 settembre a Ferentino (FR).

Il settore farmaceutico e il suo rapporto con l’energia

Non tutte le aziende farmaceutiche sono classificate come energivore, ma in generale questo settore è caratterizzato da consumi piuttosto elevati. ENEA monitora da anni la situazione attraverso le diagnosi energetiche obbligatorie e con il suo supporto alle PMI in materia di energia. Per questo è un organismo competente nel valutare i margini di miglioramento e i punti deboli da rafforzare.

Che sia obbligatoria oppure no, la diagnosi energetica è lo strumento più efficace per studiare i consumi di un azienda. Grazie agli esiti di quelle pervenute a ENEA è stato infatti possibile analizzare le prestazioni energetiche generali del settore. L’Agenzia evidenzia come circa il 70% dei consumi elettrici e termici in un sito produttivo sia a carico dei servizi ausiliari. Le attività principali, che potrebbero sembrare le più dispendiose, pesano invece solo per il 20% circa, mentre i servizi generali chiudono la classifica con il 9-10% dei consumi.

Per analizzare più in dettaglio la situazione conviene quindi concentrarsi sul comparto più dispendioso, i servizi ausiliari. Qui la maggior parte dell’energia elettrica viene mediamente impiegata per la produzione del freddo, mentre i maggiori consumi termici si concentrano sulla generazione di calore per produzione, come illustrato da ENEA.

 

Conoscere l’azienda per migliorare l’efficienza energetica

Per calare questi dati generali su ogni singola realtà, il primo passo indicato da ENEA è definire le funzioni aziendali in modo dettagliato. Solitamente alle attività principali afferiscono i reparti, come la produzione, il confezionamento, il magazzino, i laboratori CQ. I servizi ausiliari sono invece le funzioni che completano i reparti, ad esempio i sistemi di produzione di acqua purificata e vapore, le unità di trattamento dell’aria nei reparti produttivi, i gruppi frigoriferi, i produttori di freddo e caldo di processo. Infine i servizi generali comprendono tutte le funzioni accessorie dell’azienda, come la mensa, l’illuminazione e la climatizzazione degli ambienti non produttivi.

ENEA suggerisce poi di compiere un secondo passo, individuando degli indici di processo per ogni reparto e servizio, da utilizzare per monitorare il consumo di energia. Gli indici e i risultati cambieranno a seconda delle specificità dell’azienda e in base al tipo di consumo analizzato, elettrico o termico.

I possibili risparmi

ENEA stima il risparmio potenziale di energia primaria nel comparto farmaceutico in 65,4 ktep (tonnellata equivalente di petrolio) all’anno, mentre considerando l’energia finale a disposizione delle utenze il risparmio potenziale si attesta intorno agli 11,3 ktep all’anno. La possibilità di mettere in atto interventi di efficientamento energetico è quindi realistica.

Naturalmente a seconda della tipologia di intervento, delle specificità del sito produttivo e del vettore di energia considerato il valore di risparmio energetico può variare. Grazie alle diagnosi energetiche pervenute, ENEA ha potuto però stabilire le aree di intervento più rilevanti.

I 233 interventi effettuati dalle imprese si concentrano infatti soprattutto sulla climatizzazione, sull’illuminazione e sul freddo di processo. La maggior parte dei 450 interventi individuati dalle aziende ma non ancora realizzati riguarda invece cogenerazione e aria compressa, oltre che di nuovo l’illuminazione. Nel complesso gli interventi eseguiti hanno portato un risparmio quantificato in 3,57 tep all’anno, mentre quelli individuati permetterebbero di risparmiare 11,27 tep all’anno.

L’Esperto in Gestione dell’Energia per l’efficienza energetica

L’Esperto in Gestione dell’Energia (EGE) è una figura professionale che si occupa dell’uso efficiente dell’energia, la cui associazione di riferimento è ASSOEGE. Può lavorare sia in ambito civile sia industriale e la sua presenza può aiutare le aziende nella conduzione delle diagnosi energetiche e nell’implementazione degli interventi di efficientamento.

Questo ruolo riveste un’importanza ancor più rilevante se si considera che nel 2020 è stato emanato un decreto legislativo che prevede l’introduzione di sanzioni in caso di mancata attuazione di almeno uno degli interventi di efficientamento individuati dalle diagnosi energetiche.

Al momento inoltre il contesto di rialzo dei prezzi dell’energia rende ancora più urgente agire sul fronte dell’efficientamento. Ma al contempo potrebbe anche ostacolare questo processo. Gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica, soprattutto quelli più costosi, potrebbero infatti essere messi in secondo piano perché ritenuti meno importanti rispetto a quelli legati al core business aziendale. Oppure perché l’effettivo risparmio che potrebbero portare viene sottovalutato. La figura dell’EGE allora può essere utile per comprendere gli effettivi benefici economici degli interventi di efficientamento, per rimanere aggiornati sulla legislazione corrente e per accedere più facilmente agli incentivi economici statali.

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